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Se mi avessero raccontato che avremmo trascorso la primavera 2020 in questo appartamento non ci avrei mai creduto. A respirare l’aria delle magnolie che fioriscono, indifferenti di quello che succede intanto nel mondo, e a rubare un raggio di sole seduti per terra su un balconcino di 3×2. Se mi avessero raccontato che avrei condiviso la mia giornata h24 con mio marito, un bambino di quasi 4 anni carico come dinamite e un altro di 10 mesi la cui maggiore velleità è arrampicarsi su tutti i mobili più appuntiti della casa, no, non ci avrei creduto. Eppure la nostra vita, oggi e non sappiamo per quanto, è qui, tra salotto e camera, tra cucina e giochi, tra un articolo da consegnare, un cartone nuovo da vedere per poter respirare cinque minuti, un’attività da inventare. Con il cuore carico di preoccupazione per il dopo. Più passano i giorni più le domande si affollano nella mia mente: mi chiedo ogni giorno cosa racconteremo ai bambini e come ci ricorderemo di questo periodo, come saremo nei confronti degli altri, cos’avremo perso e cosa guadagnato (soldi no di certo visto che siamo due partite iva!).

E invece importa solo il qui e ora. Edoardo che mi dorme accanto con i capelli arruffati per quel sudorino profumato tipico dei neonati. Giacomo che sevizia suo padre – sento da qui Max che gli dice “maaaa bastaaa” ogni 10 minuti – e non lo lascia in pace tutto il giorno. Importa solo che stiamo bene e siamo insieme.

È già una settimana ormai che siamo qui, da soli, senza i nonni che siamo abituati a frequentare quotidianamente e che mancano moltissimo sia a me che ai bambini, ma con cui parliamo via Facetime (sono solo a due vie di distanza).

In questi giorni siamo usciti per una spesa – il papà – siamo andati in cortile a fare un giro in bici – tutto cementato, mannaggiallloro avessero messo due fili d’erba, che sono giorni che mi sogno di infilare le dita e dormire in un prato – sono persino andata a buttare la spazzatura! Ho chiesto ad un amico di prestarmi il suo cane per avere la scusa di fare il giro dell’isolato, ma non c’è stato verso.

Il divorzio è vicino, non ancora confermato, ma vicinissimo. Le scelte sono due, come penso per tutti gli italiani in quarantena. O divorziamo, o diventiamo una coppia affiatatissima. In ogni caso la spesa online viene aggiornata costantemente – fino a 24 ore prima della consegna – con alcolici e cioccolato per sopravvivere alla compagnia uno dell’altro.

Il look? Sempre peggio. Gli unici con vestiti puliti sono bambini, io ho una felpa con un rigurgito da 3 giorni e delle calze antiscivolo rosa. Però mi sono truccata stamattina e stasera ho persino in programma una doccia!

Dunque, cos’abbiamo fatto questa settimana? Come si sopravvive in 4 in 80 mq? Nell’ordine abbiamo cucinato e mangiato – ho la sensazione di aver fatto 185 lavastoviglie in 6 giorni – per poi avere l’ansia perché la prossima spesa l’ho prenotata tra una settimana quindi no, non mangiamo troppe cose superflue che poi magari non ci basta tutto. Poi abbiamo fatto un milione di attività per bambini, spendendo più tempo ad organizzarle e a pulire dopo, piuttosto che a farle perché nostro figlio ha la concentrazione di una cimice. Abbiamo provato persino a fare ginnastica con dei video di Youtube, ma mi spiegate perché si vestono in quel modo quelli che li fanno – tipo con gli scaldamuscoli fucsia e i top incrociati, che per la cronaca non vanno più di moda da quando li indossava Jane Fonda – e perché se gli esercizi sono decenti la musica fa schifo e viceversa? Comunque, anche in quarantena la costanza ginnica è zero. Non abbiamo né dormito più del solito – impossibile con due mostri del genere che ci tengono in scacco – né guardato più film o letto di più (almeno noi adulti, ai bambini invece abbiamo letto moltissimo)… sembrerà ironico ma… chi ha avuto tempo!

Tra le attività per bambini, così da darvi qualche spunto, abbiamo:

  • creato due bastoni da pioggia fai da te, con il tubo dello scottex, pitture, scotch e riso e pasta
  • creato dei segnalibri, ritagliando cartoncino e colorandoli, sfruttando anche un sito che si chiama pianetabambini.it
  • abbiamo giocato al cantiere sul balcone, con camion, ruspe, pasta, riso, ceci e fagioli
  • fatto un esperimento con acqua, spezie e detersivo per i piatti per mostrare come i germi si allontanano se ci si lavano bene le mani (basta mettere in un piatto dell’acqua, spolverarla con le spezie, poi bagnare il dito nel detersivo e pucciarlo e, come per magia, le spezie si allontanano)
  • dipinto dei dinosauri gioco con le tempere e li abbiamo poi lavati con sapone e schiuma, abbiamo anche fatto la spa dei dinosauri mettendo acqua con coloranti alimentari in contenitori diversi
  • colorato l’arcobaleno del #tuttoandràbene e lo abbiamo appeso all’ingresso del palazzo
  • completato le schede di La Tenda di Palù
  • dipinto su dei cartoni il coronavirus per prenderlo a mazzate qualche volta al giorno (Giacomo adora correre e dargli calci e pugni)
  • imparato a giocare a Uno
  • giocato all’archeologo con la sabbia cinetica (che si può anche fare in casa)
  • scritto delle letterine con il dito sulla farina
  • ascoltato molte storie raccontate bellissime, attraverso la pagina Facebook di La Libreria dei Ragazzi e Martina La Cantastorie
  • iniziato e finito due libri: Water Horse e Tuono

Non dico altro, ma chiudo così:

In tutto ciò io ho cercato di lavorare almeno due ore al giorno mentre i bambini dormivano ed Edoardo ha imparato a stare in piedi improvvisamente e credo farà i suoi primi passi proprio in quarantena.

Ci mancano i fiori, il sole, gli amici, il gelato, i nonni, la biblioteca, il mare, gli abbracci, i pranzi al ristorante, il cinema. Poter decidere di andare, ora, dove e come vogliamo. Ci manca tutto. Ma siamo fieri di quello che sta facendo il nostro Paese e speriamo che tutto presto si sistemi. Ché se non mi ricoverano per il coronavirus lo fanno per la convivenza con la mia famiglia!

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